Tra i lamponi e le Chicche della Tuscia con Massimiliano Biaggioli
“Le Chicche della Tuscia”**. Un nome che sotto di sé raccoglie dodici aziende di eccellenza del viterbese che, quasi cinque anni fa, hanno deciso di unirsi con lo scopo di crescere professionalmente e dare risalto al territorio sotto il profilo enogastronomico e turistico. **
Il tutto attraverso una valorizzazione “oltre confine” delle realtà artigianali locali e una promozione dei prodotti che nascono in questa zona.
Le Chicche della Tuscia (viterbese) mette insieme aziende più o meno piccole del territorio per conoscere anche al di fuori della provincia la provincia stessa, attraverso i prodotti della sua terra e gli artigiani che qui danno vita a realtà gastronomiche di qualità.
Olio, vino, formaggi, frutta, verdure, salumi, nocciole, lamponi: questi e molti altri i prodotti delle aziende membri di questa associazione. Tra loro ci sono produttori storici e altri ingressi più recenti.
Ho avuto occasione di parlare di questo progetto con il presidente Massimiliano Biaggioli, dell’azienda Lamponi dei Monti Cimini, che ha spiegato l’importanza di un’associazione simile.
“Le Chicche della Tuscia non è un modo per vendere, è un modo per crescere, tutti insieme” Massimiliano inizia il discorso andando subito al punto: “Siamo al quinto anno nonostante le difficoltà affrontate durante il periodo di crescita. Con impegno e costanza abbiamo ottenuto risultati importanti, siamo stati capaci di migliorare la presenza sul mercato anche grazie ad una collaborazione figlia del rapporto di stima reciproca che caratterizza i membri dell’associazione”.
Lo scopo dell’associazione? “Le Chicche della Tuscia si propone di alzare il livello professionale delle aziende agricole locali, tutte capaci di muoversi verso l’obiettivo comune. Siamo aperti a supportare chiunque voglia entrare, purché abbia le caratteristiche adatte per poter far parte di un’associazione in cui il concetto fondamentale è la crescita professionale e umana”.
Come si fa a crescere? Le aziende che fanno parte dell’associazione partecipano a eventi locali e nazionali in veste di espositori, ma frequentano per aggiornamenti molti eventi importanti per entrare in diretto contatto con l’innovazione in campo agroalimentare.
I LAMPONI DEI MONTI CIMINI
Prima di essere presidente di “Le Chicche della Tuscia” però Massimiliano Biaggioli è anche l’ideatore, fondatore e primo “artigiano” della sua azienda, I Lamponi dei Monti Cimini.

Gli espositori sono integralmente in legno di recupero e tutti diversi tra loro
“È un progetto avviato nel 2011, quando ho fatto le analisi preliminari e nell’inverno ’11/’12 ho messo le prime piante. Sono partito da 500 piante sino ad arrivare nel due anni successivi a 6000 su un ettaro praticamente incontaminato”.
Nessun utilizzo di prodotti chimici nel campo. “Non tratto e non concimo” dice, “uso solo acqua. La mia è un’agricoltura decisamente “selvatica” ”.
Lamponi coltivati, raccolti a mano e declinati in varie tipologie di prodotti, che vanno dalle composte alla polvere, passando per le tisane e i cristalli. Il perché dei lamponi? “Semplice, perché mi piacciono. Sono buoni perché li fa buoni la natura, non perché ce li facciamo diventare noi. Tutti i prodotti che creo dal frutto in purezza al massimo hanno aggiunta di zucchero e spezie”.
Massimiliano non solo utilizza il frutto per creare i suoi prodotti, ma anche le foglie, materia prima per la creazione della Lamponella (prodotto di punta dell’azienda), la tisana che nasce dopo un’infusione a caldo delle foglie stesse, seguita da un doppio filtraggio prima dell’imbottigliamento e la pastorizzazione. “È un prodotto innovativo, genuino, è buono e gestibile 12 mesi l’anno, pronta da bere tutto l’anno grazie al confezionamento in vetro”.
Nota a margine, nel suo laboratorio e nel confezionamento dei prodotti Massimiliano non ricorre all’utilizzo di plastica, e laddove sia obbligato ad usarne limita al massimo l’utilizzo stesso. Le buste, infatti, sono in carta, mentre i vasetti hanno etichette stampate direttamente sul vetro. Scelta virtuosa e coerente con gli ideali di salvaguardia e sostenibilità ambientale.
Foto di Officina Visiva