Ripartenza con vista: la terrazza aperitivo al Cetaria dello chef Avallone
“Il post lockdown? È stato un po’ come aver aperto il ristorante una seconda volta”.
“Sono ritornato quasi alle origini, ai primi tempi di apertura; quando il papà veniva a dare una mano e la mamma aiutava a lavare i piatti.”
“In questo momento è così: sono praticamente sempre al ristorante, con turni di 14-16 ore. Di fatto è come se vivessi nel mio locale, ma bisogna fare sacrifici.”
Sono queste le parole dello chef Salvatore Avallone, che, forse più di ogni altre, descrivono al meglio il ritorno al lavoro nel suo ristorante dopo la riapertura. Una riapertura all’insegna del sacrificio ma anche della speranza, quella speranza che non può mancare in un periodo in cui i numeri remano contro (l’affluenza rispetto allo stesso periodo dello scorso anno è minore del 70%, confessa) ma dove le idee e le nuove intuizioni possono essere volano della ripartenza. “Anche perché” confessa lo chef “chiudere ora non avrebbe senso“.
Con Salvatore Avallone (Cetaria Ristorante) avevo parlato già in pieno lockdown. Durante la chiacchierata ci si immaginavano le prospettive non solo del suo locale ma di tutto il settore della ristorazione, con i tanti inevitabili dubbi che annebbiavano il futuro. Dall’affluenza nei ristoranti alle misure igieniche da adottare, dall’approccio della clientela all’offerta da proporre: tante erano le incertezze che aleggiavano sul settore ristorativo, tra i più colpiti dalla recente crisi.
Alle incertezze si tenta di rispondere con idee nuove, che possano attrarre la clientela e portare una ventata di normalità. “Perché ora è fondamentale mostrarsi attivi, presenti; la gente ha bisogno di fiducia e questa la dobbiamo dare noi ristoratori in prima persona” sostiene lo chef.
E al Cetaria Ristorante la normalità la si insegue con una formula nuova, ideata e proposta dallo chef da pochissime settimane ma che “ha già avuto un buon riscontro da parte della gente“. Si tratta di una terrazza, che si affaccia sulla piazza principale di Baronissi (Salerno) e nella quale i clienti possono lasciarsi andare ad un aperitivo tra il pop e il gourmet. “Ho pensato di usufruire dello spazio esterno al mio locale per “riempire” un orario altrimenti morto, quello cioè dell’aperitivo. Ora offro una piccola carta di aperitivi classici, come lo Spritz, Negroni o Gin Tonic, o vini al calice, ai quali poter abbinare sia una proposta di finger food che una carta della cucina con una fritturina di pesce o un tagliere di formaggi, un po’ di crudi di mare, tartare ecc.”
“È una formula un po’ diversa, più smart, che comunque in questi primissimi tempi sembra funzionare anche grazie al prezzo non certo inaccessibile. In molti, infatti, ancora non se la sentono di andare a mangiare fuori e spendere 40/50€ a persona“, confessa lo chef, che ha dovuto mutare in corso d’opera la sua idea originale: sfruttare cioè uno spazio all’interno del palazzo storico cittadino (nel quale sorge il Cetaria Ristorante) per dare vita ad un ambiente dehòr in cui i clienti si sarebbero potuti godere l’aperitivo. “Per cause di natura economica questo progetto è stato messo in stand by ma, grazie anche alla possibilità di occupare il suolo pubblico, ho potuto inaugurare questa terrazza fuori dal mio locale che affaccia sulla piazza cittadina“.
La ripartenza di Salvatore Avallone, e del Cetaria, riparte quindi (anche) da una terrazza con vista piazza. Accompagnata perché no dal profumo di mare emanato da un crudo di pesce o da una tartare di tonno, allietati da un calice di Franciacorta o di vino bianco. Cin cin.
Illustrazione di: @notalpacadrawings
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Articolo pubblicato precedentemente su checucino.it