Come è stata la prima edizione di Assaggi, il salone dell’enogastronomia laziale a Viterbo
_Finalmente ho visto Viterbo più fremente e in fermento del solito. Finalmente ho visto Viterbo più fremente e in fermento del solito grazie all’enogastronomia. _
La prima edizione di Assaggi ha avuto il merito di destare una città, ma anche una provincia mi viene da dire, affetta da un persistente quanto inspiegabile torpore. Una sorta di apatia non giustificata, considerata la grande ricchezza di materie prime locali, di tanti bravi produttori del territorio e alcuni ottimi comunicatori, tra i quali inserisco anche vari ristoratori che questa terra la raccontano giornalmente col loro impegno e la loro passione.
Finalmente ho percepito, e visto, qualcosa di molto simile a un lavoro e un sentimento di squadra. A una volontà di voler mettere insieme forze, conoscenze e risorse per raccontare un territorio, quello della Tuscia, che mi auguro possa uscire dal suo guscio. Un guscio sicuramente favorito dalla geografia: non è facile far parlare di sé e mettersi in mostra quando la gastronomia toscana e romana fagocitano tutto ciò che ruota loro attorno, ma un guscio anche dato da una sorta di timidezza generale (o forse più di personalismi) che negli ultimi tempi pare però in molti stanno cercando di superare.
La sfida da vincere è anche questa. Spero che questo senso di cooperazione non sia stato solo un’impressione, o peggio qualcosa solamente fine a se stesso, di facciata e limitato all’evento, ma che possa confermarsi anche a riflettori spenti. La vera prova del nove sarà, quindi, nella vita e nel lavoro di tutti i giorni.
Ad Assaggi sono stati tanti i produttori, laziali e della Tuscia, ad aver aderito, dando fiducia sin dall’esordio al salone dell’enogastronomia del Lazio. Bello sottolineare come la scelta sia ricaduta su Viterbo, il suo centro storico (di origine medievale, il più grande d’Europa) che definire una perla è riduttivo come sede di una manifestazione di respiro regionale. Una manifestazione riconosciuta e premiata da una buona partecipazione, oltre che di aziende, pure di pubblico. Di persone, appassionati e curiosi, tra i vari stand, ne ho viste tante, così come durante gli show cooking e le degustazioni guidate.
Il giusto merito va all’organizzazione, a chi ogni giorno si è impegnato per far correre la macchina e a tutti coloro che hanno preso parte all’evento. Dagli chef, alcune stelle Michelin, ai produttori di olio e vino, nocciole, miele, formaggi, salumi e aziende agricole varie.
È stato bello vedere Viterbo valorizzata, finalmente, sotto un aspetto legato all’enogastronomia con un evento di valenza regionale, e mi auguro che questo sia solo il punto di partenza. Cominciare era difficile, ma sapersi confermare spesso è anche più arduo. Per ora però, mi viene da dire, per Assaggi è stata buona la prima.
Di seguito alcuni attimi immortalati dal solito occhio attento di Officina Visiva