Giulia Maggini, imprenditrice con il cuore nelle sue ‘Terrae’
In strada San Nicolao, a Viterbo, Terraemaggini è un’azienda agricola giovane dove la terra viene vissuta come una poesia scandita dalle stagioni e dai suoi cicli.
A pochi chilometri da Viterbo, percorrendo le tipiche tagliate (strade etrusche) scavate nel tufo, è possibile raggiungere “Terraemaggini“, un’azienda agricola giovane, nata nel 2018 (e fino a poco tempo fa conosciuta come “La Culla di Maggini Giulia”), ma che affonda le sue radici ben più lontano nel tempo. I terreni sui quali sorge l’attività hanno visto, infatti, il susseguirsi di cinque generazioni di Maggini che, con sudore e fatica, li hanno vissuti e lavorati e che Giulia, l’attuale titolare, ha voluto riprendere in mano, donandogli nuova vita.
“Dopo le superiori – racconta – mi sono iscritta ad Agraria e per un periodo mi sono trasferita in Amazzonia per studiare la coltivazione del cacao, ma ad un certo punto ho sentito il richiamo delle mie origini. Allora ho preso un aereo e sono tornata”.
Giulia oggi coltiva ortaggi, frutta, erbe spontanee, piante aromatiche e, in un’area vicino al Lago di Bolsena. “Dallo scorso anno – dice – ho iniziato, inoltre, a lavorare i fiori eduli, che, su richiesta dei ristoranti, ho voluto inserire nella mia offerta, anche se avevo già implementato i fiori della rucola”. I fiori eduli, che apportano sapori particolari ai piatti e quel tocco in più in termini estetici, vengono utilizzati ormai nelle cucine di ogni chef e la giovane imprenditrice vuole stare al passo con i tempi. Su un aspetto, però, è categorica: “Sono io che decido la specie da coltivare o comunque lascio alla natura fare il suo corso”. La sua filosofia è chiara quindi e prevede un profondo rispetto della terra, della stagionalità e dell’agroecosistema, valori ereditati dai suoi antenati e in cui crede molto.
“Da noi ogni varietà di frutta e verdura viene accuratamente selezionata e coltivata, senza l’utilizzo di alcun prodotto chimico, in quanto abbiamo scelto di riscoprire la tradizione contadina viterbese accogliendo i frutti della natura così come sono”, afferma. “Anche per questo – continua – abbiamo avviato la procedura di conversione, necessaria per l’ottenimento della certificazione del metodo biologico”. L’amore per la natura presente in lei, nel papà Alessandro e nel compagno Fabrizio, che la aiutano in azienda, è evidente e traspare anche da uno dei principali obiettivi che tutti insieme intendono perseguire: “Vogliamo mantenere alta la biodiversità nei nostri terreni – sottolinea – perché quando esiste una ricca diversità di specie, di habitat e di genetica, gli ecosistemi divengono più forti, la produzione aumenta e le sfide date dal cambiamento climatico sono più semplici da affrontare”.
Un progetto questo che la titolare porta avanti anche con l’“Oasi delle api”, recentemente inaugurata e inserita nella sua attività grazie al sostegno dell’associazione Soroptimist International. “L’idea è quella di far aumentare le api – spiega Giulia – di favorire l’impollinazione e, di conseguenza, la crescita della biodiversità. Per farlo, tuttavia, ci serve l’appoggio e il riconoscimento delle autorità locali, in modo tale che questa pratica, condivisa già da tanti apicoltori, si estenda ulteriormente sul territorio della nostra bellissima Tuscia”.
Giulia Maggini, 31 anni, è, dunque, un’agricoltrice, un’apicultrice, un’imprenditrice a 360 gradi, ma, soprattutto, una ragazza volenterosa e determinata, che non ha paura di sporcarsi le mani nei campi e di lavorare sodo per ottenere i risultati che desidera. Giulia viene costantemente aiutata e supportata dai suoi cari, ma è lei ad essere in prima linea e ad occuparsi dell’azienda sotto ogni punto di vista. Oltre alla coltivazione dei prodotti agricoli, gestisce, pertanto, anche le questioni burocratiche e amministrative (“talvolta un grosso ostacolo” – dichiara) e cura le relazioni con i clienti. Vendendo i frutti della sua terra nei mercati di Campagna Amica, Tuscia in Bio e Slow Food o consegnandoli a domicilio (attraverso un servizio per ora attivo nelle zone di Viterbo, Vetralla, Tobia, Tre Croci, Vitorchiano, Paparano, La Quercia, Bagnaia,…) è riuscita a farsi conoscere dalle persone nella sua genuinità e a creare con loro un solido rapporto di fiducia.
Tanti, infine, sono i progetti per il futuro: “Mi piacerebbe costruire, con gli antichi attrezzi che abbiamo, un piccolo museo della civiltà contadina e organizzare laboratori didattici per i bambini e per coloro che ci vengono a trovare” conclude l’agricoltrice. Nonostante le difficoltà incontrate nel corso degli anni e il poco credito spesso ricevuto per la sua giovane età, Giulia non ha, quindi, intenzione di fermarsi e mollare, ma, al contrario, vuole impegnarsi quotidianamente per migliorare e valorizzare la sua terra, o meglio dire le sue “terre” , che ormai sono diventate tutta la sua vita. La sua storia, che, senza dubbio, è una testimonianza di tenacia e passione, è solo all’inizio, ma siamo certi che ci riserverà ancora molte sorprese.
di Giorgia Caliccia