promotion-banner

Il Pepe Nero cambia veste e anima: restyling nell’aspetto e nel menu

post-thumb

Recente la riapertura del ristorante in riva al lago di Bolsena. A Capodimonte la ripartenza: in cucina sempre lo chef Salvo Cravero, le novità principali tra il menu e il team di sala.

Il sugo nella pentola, per usare una metafora alla napoletana, ha puppuliato per un po’. Il tempo necessario affinché la cottura fosse a puntino. Il tempo necessario al Pepe Nero (Capodimonte) di cambiare veste, aspetto (negli interni) e anche un po’ natura. Rispetto, perlomeno, all’ultimo anno. Le novità non riguardano solo gli ambienti interni rinnovati, ma anche l’offerta gastronomica, più vicina alle tendenze del momento e alle esigenze di una clientela sempre più in cerca di qualcosa di informale, pop ma non per questo rinunciando a qualità e originalità nelle preparazioni.

Compatibilmente con la richiesta del luogo, maggiormente concentrata su piatti di più immediata comprensione al cliente medio, così come anche al turista che passa da queste parti, lo chef Salvo Cravero coadiuvato dalla sua brigata ha dato una smussata alla propria cucina, mantenendo canoni chiave come qualità delle materie prime, stagionalità e territorialità laddove possibile, ma rendendola più pop, in grado di strizzare l’occhiolino a una fetta di clientela che sempre di più negli ultimi tempi sembra rivolgersi a un tipo di ristorazione più vicina a una bella osteria moderna rispetto ai ristoranti gourmet e fine dining più puri. 

La pentola, come detto, ha bollito per un paio di mesi. Quanto necessario per ridare al Pepe Nero un nuovo aspetto. Gli interni rinnovati nella quasi totalità: stessa disposizione della sala, ma una rinfrescata generale che dà un senso più smart, per certi versi anche giovanile e contemporaneo all’intero contesto. La cucina rappresentata da una carta di piatti selezionati, ponderati, capaci di soddisfare un po’ tutti i gusti e le esigenze.

Ora il Pepe Nero si propone a tutti gli effetti come buona osteria contemporanea di pesce ma che lascia spazio anche alla carne, tra l’amatriciana “sbagliata” nei primi e collo di maiale, riduzione di vino rosso e aceto e purea di sedano rapa tra i secondi. I classici della cucina italiana, poi, vedi pasta alla puttanesca (di tonno), spaghetti alle vongole e frittura di pesce, solo per citarne alcuni, vengono reinterpretati con un pizzico di innovazione senza tralasciare la qualità degli ingredienti. Nuove proposte ma non solamente, con alcuni piatti signature dello chef che rimangono in carta. Tra questi l’Assoluto di gambero e il dessert, Terre di Tuscia.

Una proposta, più in generale, capace di abbracciare un più ampio ventaglio di gusti, pur con la solita attenzione a una cucina pulita, ordinata e ghiotta, supportata da pani sempre nuovi che soddisfano il bisogno di scarpetta dati gli abbondanti e gustosi sughi.

Menu alla carta, certamente, ma anche la possibilità di effettuare due percorsi degustazione. Il primo, composto di 6 portate a scelta dello chef (con alcuni fuori carta, come la rana pescatrice “imporchettata”, con finocchietto e jus di pollo), e un altro di 4 piatti che il cliente può liberamente scegliere tra quelli disponbili. 

Novità anche in sala. Ora tra i tavoli del Pepe Nero si muove un giovane ragazzo (tra l’altro, proprio di Capodimonte) che già in passato, per due anni, aveva lavorato qui. Bruno Manfredini, dopo una bella esperienza al Convivial di Tuscania, è tornato “a casa”, per certi versi, portando con sé il trascorso maturato in un altro bel ristorante della Tuscia e tutto l’entusiasmo di un professionista di sala di 20 anni. Assieme a lui Daniele, sommelier e nuovo proprietario del locale, in attesa di implementare la squadra di sala.

All’esterno, poi, una vista impareggiabile che si distende lungo tutto il lago di Bolsena, gettando lo sguardo da una costa all’altra con in mezzo l’isola Bisentina in tutta la sua naturale, e vulcanica, bellezza. 

Ai nuovi inizi!