Tuscia, sì, con un po’ di Sicilia: convince il nuovo menu dell’Olivo Country a Bassano in Teverina
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Nel cuore della Tuscia viterbese, un territorio ricco di storia e paesaggi suggestivi, si trova l’Olivo Country Club, a pochi chilometri da Viterbo e a breve distanza dalla valle del Tevere._ Da circa un anno la cucina è affidata allo chef di origini sorianesi Gianmarco Pallotta.
Immerso in una campagna tinta di un verde assordante durante la bella stagione, ma che rimane comunque suggestiva e affascinante anche nei mesi freddi, l’Olivo Country Club si adagia in un contesto unico: da un lato, l’antico borgo di Bassano in Teverina, dalle origini etrusche, quasi a vegliare il circondario con la sua storia millenaria; dall’altro, la valle incisa dal Tevere, a ricordare l’indissolubile legame tra natura e storia che caratterizza questo contesto.
Una realtà, quella dell’Olivo, che combina buona cucina accoglienza e relax (oltre alle camere c’è anche una spa) in un’offerta capace di attrarre anche visitatori dalla vicina Roma. A fare da cornice, gli ulivi che punteggiano la proprietà, una passione che Alessandra Boselli, titolare del resort, ha saputo trasformare in una produzione di olio extravergine di oliva.
Il ristorante, cuore pulsante del Country Club, è affidato al giovane chef sorianese Gianmarco Pallotta e alla compagna Giada Bellofiore, originaria della Sicilia. Dopo un’importante esperienza lavorativa in Svizzera in cui si sono conosciuti, i due hanno deciso di tornare in Italia per dare nuova linfa alla proposta culinaria dell’Olivo. Gianmarco in cucina e Giada (anch’essa cuoca) in sala formano assieme alle loro brigate una squadra affiatata. In cucina, nello specifico, assieme a Gianmarco operano tutti ragazzi del territorio: Riccardo Riolo (Soriano nel Cimino), Simone Santini (Vitorchiano) e l’attuale stagista Lorenzo Pagliai (Viterbo).
La cucina di Gianmarco è un viaggio che combina il territorio della Tuscia e il mare: alla tradizione locale (tra nocciole, formaggi, funghi e carni) si affiancano influenze e contaminazioni siciliane, che si riflettono sia nei piatti che nella carta dei vini, con la presenza di etichette provenienti dall’isola sia per quanto riguarda i bianchi sia i rossi. È una proposta gastronomica ben caratterizzata quella di Gianmarco, che coniuga semplicità e creatività che si esprimono piatti golosi e ben eseguiti. A grandi linee convince, nello specifico, il menu autunnale entrato da poche settimane.
Una carta ben ponderata, con piatti numericamente ridotti e precisi, che vanno incontro a tutti i gusti: sia per chi ama i sapori più delicati sia i più marcati, sia chi preferisce vegetale sia chi non vuole rinunciare alla carne. Tra gli entreè ecco una tartare di ricciola marinata, zucca, foglie di capperi e una piacevolissima nota croccante data dalla quinoa fritta. Sicilia vera con un altro antipasto: pane e panelle, tra i classici street food siculi, secondo la reinterpretazione di Gianmarco accompagnato da porcini e maionese alla nocciola. Rigorosamente un finger food, a costo di sporcarsi le dita.
Buoni gli avvolgenti tortelli di zucca su crema di pecorino (i formaggi arrivano dall’azienda Marras di Tuscania) e semi di zucca, mentre è un mix che convince quello che combina coniglio in porchetta ripieno dei suoi fegatini con cardoncelli e ancora zucca. Come dolce, non una citazione della Sicilia, ma un vera e propria chiusura nel nome dell’isola: un cannolo ripieno di ricotta con possibilità di aggiungere, a scelta, granella di nocciole o di pistacchi. A concludere un bel percorso, nel nome di una cucina attenta, ben fatta, priva di inutili orpelli poco consoni anche con il contesto in cui ci troviamo. Nel complesso, una bella e piacevole mangiata.
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