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Tra Umbria e Tuscia: a Borgo la Chiaracia la cucina affonda Radici nel territorio

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Immerso nel verde sempre accogliente dell’Umbria, a pochi passi dal confine con il Lazio, sorge il ristorante Radici, fiore all’occhiello del resort Borgo La Chiaracia a Castel Giorgio (TR). Questa terra di confine, dove le colline umbre si fondono con la Tuscia viterbese, offre un panorama mozzafiato che fa da cornice a un’esperienza gastronomica meritevole senza dubbio di considerazione, oltre che di una dovuta visita per gli appassionati gourmet sia della zona sia girovaghi. Siamo, dopotutto, a poca distanza da due grandi punti di interesse turistico della zona: Orvieto e Civita di Bagnoregio e i flussi turistici che ruotano qua intorno sono sicuramente importanti: un amante di questo tipo di ristorazione può quindi certamente trovare pane per i suoi denti qui da Radici.

Un resort tra tradizione e modernità

Borgo La Chiaracia è un resort a cinque stelle nato dalla ristrutturazione di antiche cascine, una delle quali fu rifugio di briganti. Oggi, con 26 camere, una spa con piscina interna ed esterna, altrettanti bar e due ristoranti, rappresenta un perfetto connubio tra rustico e contemporaneo. La struttura è immersa in 14 ettari di verde, offrendo un’oasi di pace lontano dal caos cittadino. Le camere spaziose e confortevoli, dalle quali è facilmente raggiungibile sia la spa sia la hall, adiacente al bar principale (Etrusco, guidato dal barmanager viterbese Alessio Ciucci) e i due ristoranti: Radici e La Pagoda (quest’ultimo, con una proposta più easy e adatta a tutte le esigenze, comunque seguito dallo stesso team di cucina del gourmet).

Radici: l’essenza del territorio nel piatto

Il ristorante gourmet Radici, guidato dallo chef napoletano Daniele Auricchio, classe 1990, propone una cucina che affonda le radici nel territorio umbro-laziale, addirittura con uno dei due menu degustazione interamente basato su prodotti e materie prime di aziende non distanti più di 20 chilometri dal Borgo.

Auricchio, adottato ormai da anni dall’Umbria, porta avanti una filosofia culinaria basata sulla valorizzazione delle materie locali, lavorate con buona mano, rispetto e creatività, senza cedere a inutili formalismi o forzature che rischierebbero di appesantire i piatti. Una cucina, insomma, priva di fronzoli. Notevole è l’agnello appena passato sulla brace, accompagnato da una salsa alle prugne, forse il miglior piatto del menu attuale, interessante e originale il raviolo di seppia, con tamarindo e scorza di arancio. Immancabile uno dei piatti forte, un coniglio su spuma di lattuga delicatamente avvolto da un’alga, e come sider un mini spiedino di sella di coniglio, lattughino e fondo. Bella e precisa anche la selezione di vini, così come puntuale e piacevole è il servizio del maitre Mauro Clementi. Per quanto riguarda la pasticceria, invece, la realizzazione dei dolci è affidata alla pastry siciliana Rosalia Fantucchio.

Un’esperienza “menzionata” dalla Michelin

Radici ha ottenuto riconoscimenti importanti, tra cui le due Forchette del Gambero Rosso e l’inserimento con menzione nella Guida Michelin, che ne sottolinea la qualità e l’attenzione al territorio. Il ristorante è apprezzato per la sua cucina creativa e per l’ambiente elegante, con la possibilità di pranzare o cenare anche all’aperto, godendo della vista sulle colline circostanti che, sullo sfondo di una bella cena, disegnano il panorama circostante.