Al Forno di Agnese: dal 1968 l'osteria storica di Civita di Bagnoregio
Uno dei borghi più affascinanti del Centro Italia, ma non solamente, meta turistica ogni anno di centinaia di migliaia di avventori, nazionali e stranieri, attirati da questa ancestrale collina erosa dal tempo sulla quale svettano i tetti delle case. Siamo a Civita di Bagnoregio, un luogo che probabilmente non ha bisogno di presentazioni. Per arrivarci, un ponte lungo 300 metri che sale sino in cima, ergendosi sulla sottostante Valle dei Calanchi. Un paesaggio lunare, in cui il tempo sembra essersi fermato, così come sembra essersi fermato all’interno di Civita, borgo soprannominato La Città che Muore. Sembra di essere in un’altra epoca tra le vie di questa minuscola frazione di Bagnoregio, collegata al resto del mondo da questo stretto ponte pedonale che come una macchina del tempo accompagna i turisti in un’altra epoca.
Ed è proprio di un’altra epoca (le sue origini risalgono a quasi 60 anni fa) il ristorante di cui andiamo oggi alla scoperta. Si chiama Osteria al Forno di Agnese: è distante una manciata di passi dalla piazza principale, presenta una graziosa terrazza pergolata durante la bella stagione ed è probabilmente il ristorante dalle origini più antiche di Civita. L’apertura, infatti, risale al 1968: mentre il resto del mondo si proiettava verso il futuro, Civita era un paesino ancora fermo alla sua ancestralità, per certi versi anche arretrato, profondamente legato alla ruralità, quasi come se il boom economico del secondo dopoguerra non lo avesse minimamente sfiorato. E mentre nel mondo occidentale le prime tecnologie iniziavano a far capolino nella vita della gente, Civita rimaneva baluardo di un passato che anno dopo anno si faceva sempre più remoto.
Al Forno di Agnese, un ristorante di quasi 6 decenni di storia
Proprio qui, puntando anche sulla presenza di un forno comunitario dove i civitonici portavano a cuocere il pane, la signora Agnese, ormai 57 anni fa, decise di avviare un piccolo spazio di ristoro per locali e (ancora pochissimi) avventori. Il ristorante fu fondato il 23 maggio 1968, una data non casuale ma il giorno del compleanno di Agnese, quasi a suggellare un destino. Nei primi anni, Civita non era affollata di turisti come oggi; c’erano solo due punti di riferimento per chi saliva fin quassù: Al Forno di Agnese e il Bar da Peppone, entrambi autentici luoghi di comunità, frequentati anche da studenti e dai primissimi stranieri attratti dall’atmosfera già unica del borgo.
Gli attuali titolari sono i nipoti della stessa Agnese, in un’ottica di continuità di un locale che a Civita (anche attraverso differenti gestioni, ma sempre di proprietà di Agnese) ha attraversato quasi 6 decenni. L’8 marzo 2009 il ristorante ha riaperto le porte dopo un periodo di stop, riportando in vita l’eredità di famiglia. Da allora, la crescita è stata costante, sopratutto grazie all’esplosione del turismo che ha travolto Civita, anche spinto dalla fama internazionale dopo che Hayao Miyazaki anni prima si ispirò al borgo per il film La città incantata. Tornando ai giorni nostri, il ristorante accoglie visitatori da ogni parte del mondo – americani, giapponesi, coreani, tedeschi – senza però dimenticare i civitonici e i bagnoresi, che continuano a riconoscersi nei sapori di casa.
Oggi questo ristorante è uno degli ultimi della zona (forse l’unico?) a proporre una ricetta tipica del territorio: il pollo alla civitonica. Retaggio di una tradizione profondamente contadina, di quando i polli si allevavano “in casa”, preparati poi secondo questa ricetta con odori, olive e (quando possibile) con un po’ di pomodoro. Oggi il pollo alla civitonica è riconducibile a una versione local della cacciatora. Non solo, piatti della tradizione rivivono al Forno di Agnese: esempio ne sono i fagioli in salsa di alici, oppure il baffo di maiale (di fatto, il guanciale) al pomodoro. In menu trovano spazio anche piatti “must to have” per un indirizzo tradizionale del Centro Italia: tra le pappardelle al cinghiale e fettuccine al ragù di chianina, panciotti cacio e pepe o zuppe. Tra i secondi troviamo la grigliata di maiale, filetto di maiale oppure tagliate di manzo.