Come e cosa si mangia al nuovo Convivial di Tuscania. Tanto vegetale nel menu di Andrea Astolfi
Dopo aver conquistato l’attenzione degli appassionati di cucina con una proposta originale e radicata nel territorio, Convivial apre un nuovo capitolo trasferendosi nel centro storico di Tuscania. Il ristorante dello chef Andrea Astolfi, classe 1997, cambia sede e approccio, rimanendo fedele alla sua identità ma riformulando l’esperienza gastronomica in una chiave più intima e accessibile. Il nuovo locale trova casa all’interno di un palazzo storico che un tempo ospitava una scuderia: un ambiente raccolto, suggestivo e con soli 20 coperti. «La nostra filosofia non cambia — spiega lo chef — ma avevamo bisogno di uno spazio che ci permettesse di dedicare più attenzione a ogni singolo dettaglio. Vogliamo continuare a raccontare la Tuscia con coerenza, ma in un luogo più adatto alle nostre attuali risorse».
Un’offerta più flessibile, senza rinunciare all’identità
Con il nuovo corso, Convivial introduce alcune novità pensate per avvicinarsi ancora di più ai clienti. Al fianco del menù degustazione (cinque portate a 50 euro), a disposizione anche un menù alla carta. Una scelta che riflette non solo un desiderio di evoluzione, ma anche una presa di coscienza rispetto alle esigenze della ristorazione contemporanea. Gli antipasti vanno dai 10 ai 13 euro, i primi tra 14 e 18, i secondi tra 19 e 23. «Oggi è fondamentale saper ascoltare: le abitudini cambiano, e la nostra proposta deve essere capace di adattarsi senza perdere la propria anima».
Verdure protagoniste, dall’orto al piatto
Nel nuovo Convivial i vegetali continuano a essere protagonisti assoluti. Dall’orto personale dello chef, situato tra le campagna di Tuscania, arrivano materie prime freschissime che costituiscono una parte importante dell’ossatura dei piatti. L’approccio vegetale non è un vezzo, ma una cifra stilistica: la lattuga avvolge una tartare di branzino con chimichurri e citronette; il carciofo si accompagna a un tuorlo morbido e alla sua purea di gambi; l’orzo con robiola stagionata si esalta con una crema di asparagi. Non mancano accostamenti audaci, come il porro cotto sotto la cenere a fianco di una lingua di manzo alla brace, o la ricciola servita con cicoria e piselli. Il ristorante rinuncia ad alcuni elementi scenografici della vecchia sede — come la cucina a vista e il camino acceso — ma mantiene viva la passione e il rigore che lo hanno reso un indirizzo riconoscibile per la Tuscia gastronomica.