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Il Pranzo del Purgatorio: antica tradizione di convivialità e solidarietà a Gradoli

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Nel cuore della Tuscia, sulle rive del suggestivo lago di Bolsena, il borgo di Gradoli custodisce una tradizione secolare che unisce fede, solidarietà e cultura gastronomica: il Pranzo del Purgatorio. Ogni Mercoledì delle Ceneri, questo evento riunisce centinaia di persone per un banchetto comunitario che affonda le sue radici nel XVI secolo. Quest’anno, l’attesa celebrazione si terrà il 5 marzo, rinnovando un appuntamento che rappresenta il cuore pulsante della comunità gradolese.

Origini e storia del Pranzo del Purgatorio

Le origini di questa tradizione risalgono al Cinquecento, quando la Fratellanza del Purgatorio, allora nota come Opera Pia per il Suffragio delle Anime del Purgatorio, iniziò a organizzare un pranzo per raccogliere beni e fondi destinati alle famiglie meno abbienti. Da allora, lo spirito di solidarietà è rimasto immutato, trasformando l’evento in un appuntamento annuale che attira visitatori da tutta Italia.

L’organizzazione del pranzo è curata dai membri della Fratellanza del Purgatorio, un gruppo di 90 uomini che si occupano di ogni fase dell’evento, dalla raccolta dei fondi alla logistica. Il Giovedì Grasso, i confratelli percorrono le vie del paese per raccogliere donazioni in denaro e generi alimentari, parte dei quali vengono messi all’asta il Martedì Grasso, in una tradizione documentata fin dal 1729. Il ricavato finanzia il grande pranzo comunitario, che si svolge nella cantina sociale di Gradoli.

Un banchetto dal ritmo secolare

Il Pranzo del Purgatorio non è solo un momento di condivisione gastronomica, ma un vero e proprio rituale che ricalca il concetto stesso del Purgatorio: un’attesa che precede la gratificazione finale. I preparativi iniziano all’alba, quando i confratelli accendono i fuochi sotto enormi paioli alimentati da 50 quintali di legna. Dopo una colazione frugale a base di pane, formaggi e pesce fritto, il lavoro prosegue senza sosta fino alle 13, quando gli ospiti si siedono alle lunghe tavolate. Durante il pranzo, i confratelli indossano il tradizionale saio marrone con mantella viola, cappuccio e tamburino, mantenendo vivo il legame con la storia e la spiritualità dell’evento.

Il menu della tradizione

Il pasto segue un menu storico, invariato nei secoli, che celebra i sapori locali e il legame con il territorio:

  • Minestra di riso con sugo di tinca, una ricetta tramandata da generazioni;
  • Luccio in umido, nasello fritto e baccalà lesso, per un totale di circa 600 kg di pesce per ciascuna portata;
  • Fagioli bianchi del Purgatorio, un’antica varietà locale, dal gusto delicato;
  • Una mela come frutta.

Un aspetto distintivo del pranzo è che ogni commensale deve portare da casa pane e posate, un gesto simbolico che rafforza il senso di comunità e partecipazione.

Un evento di solidarietà e identità culturale

Oltre a essere un’occasione di convivialità e incontro, il Pranzo del Purgatorio mantiene il suo carattere benefico: il ricavato viene interamente destinato a opere di carità, nel rispetto dello spirito originario della Fratellanza. La manifestazione attrae ogni anno persone da Lazio, Toscana e Umbria, creando un ponte tra passato e presente e testimoniando come le tradizioni possano evolversi senza perdere la loro essenza. Il 5 marzo, Gradoli si trasformerà nuovamente in un luogo di festa e condivisione, rinnovando un rito che da oltre cinque secoli unisce fede, gastronomia e solidarietà.

Foto di Michela Petrocchi