Olio Il Signorino: fare extravergine di qualità con vista su Viterbo
Una strada di origine etrusca da percorrere, un passaggio stretto ma al contempo suggestivo, tra due lunghe pareti di roccia tufacea. Due ali che fanno da cornice quasi a un viaggio nel tempo, a un viaggio che in poche centinaia di metri unisce Porta Faul alla contrada Signorino, capace in poche curve a lasciarsi alle spalle la città, il suo trambusto e il suo traffico, per aprirci le porte di un mondo totalmente diverso. Un mondo che sembra appartenere a un’altra realtà, un altro contesto.
Un contesto fatto di natura, di ampi campi, di pace e tranquillità. Un contesto nel quale si incastona come una gemma l’azienda agricola Podere dell’Arco, che tra le sue varie attività si è contraddistinta negli ultimi anni per la produzione di olio extravergine di oliva di eccellenza. L’immersione nella natura avviene già prima di arrivare al Podere dell’Arco. Parlavamo, per l’appunto, della strada di origine etrusca, oggi strada Signorino ma un tempo Cava di Sant’Antonio. Uno stretto camminamento, in cui a tratti due auto contemporaneamente a sensi opposti non riescono a transitare, ma affascinante nella sua “diversità”, nella sua peculiarità, nella capacità di “staccarsi” dalla Viterbo a tratti caotica e trafficata già dalla vicina Porta Faul. E proprio questa strada, che prende il nome da un nobile possidente di terreni qui limitrofi (Signorino Signorini), ci spalanca le porte della campagna viterbese. Verde, rigogliosa, isolata. Al punto da farci dimenticare di trovarci a poche centinaia di metri dalla città. E proprio qui, in questo contesto così diverso e bucolico, disegnato dalle chiome di oltre 3000 piante di olivo, Giorgio Grani (33 anni) porta avanti con passione e dedizione un progetto olivicolo di che ha fatto, e fa tuttora, della qualità il suo mantra. Un percorso iniziato ufficialmente nel 2017, con Olio Signorino, ma che affonda le sue radici in una tradizione familiare di lunga data. Sviluppandosi attorno a un casale, oggi struttura ricettiva particolarmente amata da turisti stranieri, che risale al 1400 e che conserva ancora i tratti medievali e arcaici che ne testimoniano storie e leggende di quasi mezzo millennio di Tuscia.
L’azienda agricola della famiglia Grani si estende su un corpo unico di trenta ettari, con oltre 3.000 piante di olivo, tra cui spiccano le cultivar Caninese, Frantoio, Leccino e Maurino, selezionate con cura per garantire un olio extravergine d’oliva che rispetti e restituisca le caratteristiche tipiche del territorio. La scelta di puntare sulla qualità nasce dall’evidenza che un prodotto eccellente, se ben raccontato e valorizzato, riesce a trovare il suo mercato. Accanto agli oliveti storici ogni anno l’azienda ha investito per ampliare e migliorare la produzione, tanto che oggi si sta lavorando all’espansione con ulteriori 5 ettari di oliveti (arrivando a 5000 piante totali) con l’obiettivo di incrementare anche l’oleoturismo. Questo settore, che ha avuto uno sviluppo più tardivo rispetto all’enoturismo, sta finalmente guadagnando l’attenzione che merita tra i consumatori, sempre più incuriositi non solo dalla qualità dell’olio extravergine ma ancor prima da tutto il contesto naturale, paesaggistico e perché no storico (come in questo caso, per l’appunto) dal quale il prodotto prende vita. Il tutto a beneficio di un lavoro di educazione verso il cliente, solo così in grado di poter poi effettuare scelte consapevoli e oculate in fase di selezione e di acquisto.
Le produzioni di olio Il Signorino: Tuscia Dop e monocultivar
Attualmente, la produzione di Olio Il Signorino si concentra su due etichette principali:
- Monocultivar Caninese: un olio dal carattere deciso, persistente, con note intense di carciofo, erbe aromatiche come il timo, e una piacevole piccantezza. Perfetto per chi cerca un olio robusto e dalle proprietà antiossidanti elevate.
- Blend “Tuscia DOP”: composto da Caninese, Frantoio e Leccino, questo olio mantiene la vivacità della Caninese ma viene arrotondato dalle altre cultivar, risultando più equilibrato e morbido, con sentori di erba tagliata e mandorla fresca. Verde smeraldo con riflessi dorati fruttato che ricorda il frutto sano fresco raccolto al punto di ottima di maturazione con equilibrato retrogusto di amaro e piccante
Giorgio Grani sperimenta continuamente, tanto che quest’anno ha prodotto, sebbene in quantità fisiologicamente minori, un Maurino in purezza, varietà che ha dato un olio sorprendente per eleganza e aromaticità. Inoltre, sta testando la cultivar Itrana, tipica del basso Lazio, per una futura produzione di olive da tavola, aggiungendo un tassello importante alla diversificazione aziendale.
Olio Il Signorino: qualità biologica e filiera controllata
L’azienda è certificata biologica da oltre 20 anni, e la gestione agronomica è studiata nei minimi dettagli: le stazioni meteo disposte lungo i 30 ettari di terreno permettono di intervenire solo quando necessario, riducendo al minimo i trattamenti e rispettando l’ambiente. L’irrigazione è ben controllata, seppur il problema principale resti il cambiamento climatico, con sbalzi termici improvvisi che possono compromettere la fioritura e la resa finale dell’olio. Un altro aspetto su cui Giorgio ha lavorato molto è l’economia circolare: grazie ai cavalli del suo centro ippico, infatti, riesce a concimare gli oliveti con letame naturale, abbattendo i costi e migliorando la fertilità del suolo. Un metodo che coniuga ottimizzazione aziendale, dimostrando come oggi un’agricoltura biologica e sostenibile, con le giuste accortezze, sia possibile.
Raccolta e frangitura: il segreto della qualità
La raccolta inizia nei primi di ottobre, in fase precoce, per garantire oli ricchi di polifenoli (i potenti antiossidanti propri del frutto) e dalle qualità organolettiche superiori. La trasformazione è affidata a frantoi di fiducia, con cui lavora a stretto contatto per ottenere una lavorazione impeccabile. La molitura avviene entro 8-12 ore dalla raccolta, al di sotto del limite delle 24 ore imposto dal disciplinare, per preservare al massimo gli aromi e la freschezza dell’olio. Dopo la frangitura, l’olio viene filtrato immediatamente per evitare problemi di ossidazione e prolungarne la conservabilità. L’imbottigliamento avviene direttamente in azienda, garantendo un controllo totale sulla qualità finale del prodotto.
Il mercato e le sfide del futuro
Se da un lato il mercato dell’olio extravergine d’oliva di qualità è in crescita, dall’altro la competizione è ancora difficile. Molti ristoratori usano oli economici in cucina, penalizzando chi investe nella qualità. Tuttavia, l’export rimane uno degli obiettivi principali di Giorgio, che punta a far conoscere il suo olio anche all’estero, dove i consumatori sono spesso più sensibili al valore di un buon extravergine. Con il suo impegno e l’entusiasmo tipico di un giovane con le idee chiare, Giorgio ci dimostra che fare olio di eccellenza oggi è possibile, ma richiede passione, competenza e la capacità di raccontare il prodotto nella maniera giusta.