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Osterie d’Italia 2026: i migliori indirizzi di Lazio e Umbria secondo Slow Food

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C’è un’Italia che continua a raccontarsi attraverso le sue tavole più vere: quelle dove si cucina con le mani e con il cuore, dove il tempo segue il ritmo delle stagioni e dei campi, e il vino si versa per stare insieme. È l’Italia delle osterie, protagoniste della nuova Guida Osterie d’Italia 2026 di Slow Food, che ancora una volta premia la cucina radicata nei territori, i prodotti locali e la cultura dell’accoglienza. La nuova edizione della guida conferma un messaggio chiaro: la vera cucina italiana è fatta di territorio, stagionalità e persone. Dalle colline umbre ai vicoli di Roma, fino ai borghi del viterbese e ai sapori ciociari, ogni osteria è un invito a rallentare, sedersi a tavola e riscoprire il piacere dell’autenticità.

«L’edizione della guida Osterie d’Italia 2026 ci prende per mano e ci porta nei meandri dell’Italia più autentica, più vera, capace di essere al di sopra di ogni divisione o diversità» ha detto Carlo Bogliotti, amministratore delegato di Slow Food Editore e responsabile editoriale della guida, aprendo la presentazione alle OGR di Torino. Nel suo intervento, Carlo Petrini, fondatore di Slow Food esordisce: «È un piacere essere davanti a quest’assemblea che più di ogni altra rappresenta un motivo per cui se la cucina italiana diventerà patrimonio dell’umanità il merito principale è vostro: il patrimonio che voi portate avanti con i vostri prodotti e le ricette testimonia che la nostra cucina ha delle radici profonde e che siete riusciti a creare un forte legame con il territorio esaltandone la biodiversità… Oggi, però, non si può parlare di biodiversità se non rispettiamo le diversità culturali. Sono le diversità la nostra ricchezza».

Tra i tanti indirizzi segnalati quest’anno, Umbria e Lazio brillano per la capacità di coniugare tradizione e identità, mantenendo viva l’anima contadina e l’autenticità dei sapori. Ecco gli indirizzi da non perdere, le cosiddette **Chiocciole **(il massimo riconoscimento della guida Slow Food), delle due regioni:


Umbria

  • Osteria dello Sportello – Arrone (TR)
  • L’Acquario – Castiglione del Lago (PG)
  • La Miniera di Galparino – Città di Castello (PG)
  • Tipico Osteria dei Sensi – Montone (PG)
  • La Palomba – Orvieto (TR)
  • I Birbi – Perugia
  • Stella – Perugia
  • La Cantina di Spello – Spello (PG)
  • Il Capanno – Spoleto (PG)
  • Lillero - Terni

Lazio

  • Nư Trattoria Italiana dal 1960 – Acuto (FR)
  • Lotto – Campagnano di Roma (RM)
  • Il Calice e la Stella – Canepina (VT)
  • Trattoria del Cimino – Caprarola (VT)
  • Locanda del Ditirambo – Castro dei Volsci (FR)
  • La Piazzetta del Sole – Farnese (VT)
  • Na Fojetta – Frascati (RM)
  • Sora Maria e Arcangelo – Olevano Romano (RM)
  • Osteria del Vicolo Fatato – Piglio (FR)
  • Da Armando al Pantheon – Roma
  • Da Cesare – Roma
  • Da Cesare al Pellegrino – Roma
  • Grappolo d’Oro – Roma
  • Pennestri – Roma
  • Pro Loco Centocelle – Roma
  • Lievito – Roma
  • SantoPalato – Roma
  • Trecca – Roma
  • Buccia – Sabaudia (LT)
  • Li Somari Trattoria Fuori Porta – Tivoli (RM)
  • Il Casaletto – Viterbo

Il Premio Novità dell’anno va alla Locanda dei pescatori del Trasimeno di Magione (Pg) per essere «una realtà di resistenza, che incarna storie di vita e di lavoro legate alle tradizioni della piccola pesca e alle semplici ricette a essa collegate.