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Proceno celebra il suo Aglio rosso con una festa tutta da gustare

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Torna il “Festival dell’Aglio Rosso di Proceno”, giunto alla sua seconda edizione, in programma venerdì 18, sabato 19 e domenica 20 luglio. Un appuntamento particolarmente atteso che, grazie ai fondi previsti dal PNRR nel Bando emesso dal Ministero della Cultura e finanziato dall’Unione Europea, intende rivitalizzare il borgo e promuovere la valorizzazione delle produzioni locali.

La seconda edizione del Festival è arricchita da tantissime novità per celebrare l’aglio rosso: incontri con esperti e produttori anche di altre regioni, show cooking, mostre, cene in piazza, spettacoli teatrali, musicali e di danza, la Gara Gastronomica “Il Rosso sul Podio”, attività per bambini, mostre e visite guidate. A tutto ciò si aggiunge il Mercato dei produttori locali con la possibilità di prendere parte al percorso di degustazione gratuito e a mezzanotte bruschette e spaghetti aglio, olio e peperoncino per tutti.

L’iniziativa è realizzata dal Comune di Proceno, insieme a Slow Food Viterbo e Tuscia, con la collaborazione della Cooperativa di Comunità Proceno, la Proloco di Proceno e l’Associazione dei produttori dell’Aglio Rosso “Tradizione e Appartenenza”. L’Aglio rosso di Proceno vanta diverse attestazioni e riconoscimenti: è inserito nell’Arca del Gusto Slow Food, compare tra i Prodotti agroalimentari tradizionali (Pat) e nel Registro volontario regionale delle risorse genetiche autoctone a rischio di erosione, previsto dalla legge regionale 15/2000 sulla tutela della biodiversità agraria e fa parte del paniere dei prodotti tipici di qualità del Marchio Tuscia Viterbese della Camera di Commercio Rieti Viterbo. Nelle settimane scorse è stato avviato il percorso per essere riconosciuto Presidio Slow Food, attribuito a quei prodotti autoctoni che vantano una cultura agronomica e una tradizione culinaria legata a un determinato territorio ma sono a rischio estinzione. Partecipando al Festival si avrà la possibilità di fare la scorta annuale di aglio acquistandolo direttamente dai produttori locali.

Aglio rosso di Proceno, un prodotto dell’Arca Slow Food

Così recita la scheda dedicata al prodotto sul sito di Slow Food, nella sezione dell’Arca della Fondazione per la biodiversità: “L’aglio rosso di Proceno è popolazione locale di aglio coltivata nel territorio di Proceno e in una ristretta area del Comune di Acquapendente, e selezionata nel tempo dagli agricoltori locali. Già gli Etruschi, antichi abitatori di Proceno, coltivavano l’aglio e ne facevano un uso abbondante tanto da preferirli alle cipolle, grazie alle caratteristiche igieniche, curative, afrodisiache e stimolanti che già all’epoca gli si attribuivano. Nelle zone particolarmente ombrose e collinari l’aglio cresceva spontaneo e gli Etruschi impararono a concimarlo con la cenere. Nel XIII° secolo ritroviamo l’aglio tra gli ortaggi più diffusi negli orti della provincia di Viterbo, in quanto usato, oltre che nell’alimentazione anche nella farmacopea, per le virtù terapeutiche eccezionali. E’ ricordato in numerosi documenti del XV e XVI secolo riguardanti Bolsena e la Val di Lago. I bulbi sono di medie dimensioni, corti e tozzi, con la tunica dal caratteristico colore rosso. Il sapore è forte, il profumo molto intenso e persistente ma è di buona digeribilità, oltre ad avere una grande attitudine alla conservazione. Questa ultima peculiarità ha contribuito non poco alla diffusione e all’apprezzamento di questo aglio sui mercati, specie nei tempi passati, quando la conservazione del prodotto era uno dei problemi fondamentali della commercializzazione. Ancora oggi, data la carenza di idonee celle frigorifere atte alla conservazione, si confeziona esclusivamente in trecce (da 5 a 30 teste di varie dimensioni), chiamate anche reste. La diffusione e le caratteristiche qualitative derivano dalla tipologia dei terreni argillosi situati a 400-500 metri d’altitudine s.l.m., in un ambiente quindi collinare, caratterizzato da un clima mite di tipo temperato-sublitoraneo. Il seme viene riprodotto in azienda. Importante è la selezione effettuata dagli agricoltori locali che con gli anni hanno riscontrato una maggiore conservabilità dei bulbi più piccoli rispetto a quelli di calibro maggiore, così da preferirli di anno in anno e ottenere una popolazione piuttosto omogenea. La preparazione del terreno avviene con un’aratura a media profondità e la semina è effettuata nel periodo tra novembre-febbraio; nella seconda metà del mese di maggio viene eseguita manualmente la starlatura (eliminazione dello scapo fiorale, meglio conosciuto come “tarlo”). Dopo la raccolta (giugno-luglio) si procede all’essiccamento del prodotto e alla successiva caratteristica lavorazione in trecce. È ottimo consumato fresco, ma alcune aziende locali recentemente hanno iniziato ad utilizzare gli scapi florali, eliminati in primavera, per confezionare salse, creme, confetture e sott’olio di grande qualità e delicatezza”.