Pizza di Pasqua al formaggio: la "torta col cacio" che lievita tra Umbria e Marche
La pizza di Pasqua al formaggio, conosciuta anche come torta al formaggio, crescia, o semplicemente pizza pasquale, è uno di quei piatti che raccontano una storia lunga secoli, fatta di religione, cultura contadina e sapori tramandati di generazione in generazione. Tipica del Centro Italia, in particolare delle Regioni Umbria e Marche, oggi è diffusa in molte altre zone, ma le sue radici restano ben piantate nel cuore dell’Appennino.
Un’origine tra le mura di un convento
Le sue prime tracce risalgono al Medioevo e la leggenda vuole che a inventarla siano state le** monache del monastero di Santa Maria Maddalena di Serra de’ Conti**, in provincia di Ancona. Era nata come una semplice torta salata, ma nel tempo si è arricchita di ingredienti, trasformandosi in un soffice e profumato lievitato, simbolo della rinascita e della festa. All’inizio era chiamata “crescia di Pasqua”, proprio per il suo modo di crescere durante la lievitazione. Il termine, poi, è stato sostituito o affiancato da nomi diversi a seconda della zona: torta di Pasqua, pizza al formaggio, ciaccia, o pizza pasquale. Ogni nome porta con sé la sfumatura di una diversa tradizione locale. Oggi non esiste una versione o una ricetta ufficiale della pizza di Pasqua: è un rito profondamente domestico e familiare. Ogni casa custodisce gelosamente la propria variante, i propri segreti, con dosi e ingredienti che si tramandano più a voce che per iscritto. Ampia libertà di scelta sul formaggio utilizzato: c’è chi preferisce usare il pecorino, chi aggiunge il parmigiano, chi insaporisce l’impasto con pepe nero, chi lo rende più delicato evitando lo strutto o sostituendo il groviera con l’emmenthal. Forse è proprio questa libertà creativa il segreto del suo successo: la pizza è riuscita quando sa di casa, quando il suo profumo riporta alla colazione di Pasqua con la famiglia, con le uova sode e i salumi sulla tavola, dopo i lunghi giorni di digiuno della quaresima.
Un rito che parte dal Giovedì Santo
La preparazione di questo pane speciale segue un calendario tutto suo: l’impasto veniva preparato il Giovedì o il Venerdì Santo, in modo che fosse pronta per la mattina di Pasqua. Il profumo intenso del formaggio che invadeva le cucine diventava il primo segnale della festa imminente, del momento in cui il digiuno si sarebbe interrotto per fare spazio alla gioia e all’abbondanza. Questa connessione tra cibo e fede è documentata anche in scritti antichi: alcuni documenti risalenti al 1848 testimoniano come la ricetta fosse profondamente legata alla vita monastica e alla tradizione religiosa del Centro Italia.
Oggi la pizza di Pasqua al formaggio è riconosciuta come prodotto agroalimentare tradizionale sia in Umbria che nelle Marche, e rappresenta non solo un delizioso pezzo di cucina locale, ma anche un vero e proprio patrimonio culturale, che unisce generazioni, territori e storie. In un mondo dove tutto cambia in fretta, la pizza al formaggio resta un punto fermo, un sapore che parla di casa, di festa e di radici profonde.